Jack

Jack

martedì 30 novembre 2010

cuore

Da un po' di tempo mi piacciono soprattutto i ricami monocromatici rossi.




Ottima occasione per fare un ricamo Bleu de Chine, uno schema comprato tanti tanti anni fa, e lasciato in un cassetto, mai iniziato....




....e lentamente....

....Finito!


Alla prossima!

sabato 27 novembre 2010

Chiacchiere da cucina



La mia nonna materna, la nonna Alma, veniva a casa da noi tutte le domeniche mattina, fin da quando ero piccola. Preparava lei da mangiare, naturalmente tutto con una quantità industriale di burro, e rimaneva con noi fino al pomeriggio.
Qualche volta preparava i pisarei, di cui ho parlato qualche giorno fa, e di cui mio papà era golosissimo.
Io e mia sorella l'aiutavamo, da piccole a fare gran pasticci, poi man mano abbiamo imparato a farli anche noi.
Facendo i pisarei insieme alla nonna, un lavoro piuttosto lungo benchè lei fosse velocissima, per tenerci buone ci raccontava una storia, sempre quella e forse anche l'unica che le abbia mai sentito raccontare, così che anche da grande le dicevo “dai nonna, raccontami la storia della pasta...”, e lei la raccontava volentieri.
Questa è la storia.

C'è un giovanotto che cerca moglie.
Ha tre ragazze che gli piacciono, ma non sa quale scegliere.
La sua mamma allora gli da un consiglio: “Fatti dare da ogni ragazza la pasta che resta attaccata sopra l'asse per impastare”.
Lui, maschio italiano, ovviamente esegue quello che dice la mamma.
Va dalla prima ragazza e le dice: “Sai, mi fa tanto male un dito, mi hanno detto che per curarmi ci vogliono le briciole della pasta secca che resta attaccata sopra l'asse per impastare...”
La ragazza gli risponde: “Vieni, che andiamo a vedere cosa possiamo fare”.
Va dalla seconda ragazza, chiedendo la stessa cosa, e lei gli risponde: “Vieni, vieni, che ne ho quanta ne vuoi!”
Va dalla terza ragazza che gli dice: “Ti puoi arrangiare te il tuo dito, perchè la mia asse è bella pulita!”
Indovinate chi ha sposato il giovanotto?
Ah! Le suocere!

Tutto questo perchè alla fine del lavoro l'asse va ripulita, prima grattata con il coltello per staccare la pasta secca, e questo lavoro mi ha sempre fatto venire i brividi, non so se per il suono della lama sul legno.
Ma la nonna aveva la sua storia per addolcire il compito...

Io non ho figli a cui raccontarla, forse potrò farlo con mio nipote quando sarà più grande, se vorrà starmi a sentire, un giorno in cui gli preparerò i pisarei e fasò piacentini.

Però intanto l'ho raccontata a voi, e se vorrete la racconterete anche voi alle vostre figlie o nipoti, così come faceva la nonna Alma con me.


venerdì 26 novembre 2010

Auguri Jack!


Oggi il mio rosp... opss, il mio cane Jack compie tre anni, senza peraltro avere messo giudizio...

Auguri mostrillo!

Non ci credo!

Ma sapete una cosa?

Ho vinto un premio, me lo ha dato Eva di Le cose di Eva, eccolo qui:



E' il mio primo premio, non avrei mai pensato di vincerne uno, dato che sono una novellina del blog, ma Eva è sempre così gentile, un amore di ragazza, che ha pensato a me lo stesso. Grazie Eva!!!

Andate nel suo blog a fare un giretto se ancora non la conoscete, pubblica sempre fotografie bellissime, soprattutto quelle di arredamento sono speciali!

La regola vorrebbe che io girassi il premio ad altre dodici persone, ma mi perdonerete se non lo faccio, non voglio fare un torto a nessuna di voi.

Io sono, come ho detto prima, una novellina, vado in giro saltando di blog in blog, ho tantissimo da imparare ancora, e mi piacciono tutti, quindi non posso sceglierne solo dodici, idealmente premio tutte le donne che hanno un blog, e colgo l'occasione per ringraziarvi tutte, per condividere con me e con tutti i vostri pensieri, i vostri lavori, le vostre bellissime fotografie. Grazie a tutte!






giovedì 25 novembre 2010

Pisarei e fasò

Pisarei e fasò


Questa è la ricetta dei pisarei e fasò, piatto tipico della cucina piacentina, città di origine della mia nonna materna, la nonna Alma.
Sono gnocchetti fatti solo di farina, pangrattato ed acqua, un po' lunghetti da preparare, ma ne vale la pena, almeno un paio di volte all'anno.
Si prende ½ kg farina bianca, si versa sulla spianatoia a fontana, al centro si mette un pugno di pangrattato, poi si prende dell'acqua bollente e si scotta il pangrattato.
Fatelo con la forchetta se no vi scottate le mani.
Adesso si può cominciare ad incorporare la farina al pangrattato, e aggiungere anche dell'acqua, impastando tutto finché non raggiunge la consistenza desiderata, cioè un composto sodo ma malleabile, la pasta va lavorata bene.
Quando è pronta, si prende un pezzetto di pasta e si copre il resto un canovaccio per evitare che si secchi all'aria.
Con il pezzettino di pasta si fa un cilindretto lungo e stretto, rotolando la pasta sotto le mani, tipo quello che si fa per i gnocchi di patate, ma molto più sottile.
Poi si prende un pezzettino dal cordoncino di pasta, grande come mezza unghia del pollice, lo si schiaccia sotto il pollice muovendolo il dito in avanti.
Fatto.





Nella foto vedete il mio pollice sinistro perchè io sono mancina, ma voi fatelo con la mano che preferite!
Adesso si deve solo andare avanti, e farli tutti, nel frattempo se si ha la fortuna di avere qualcuno che ci aiuta a farli si può anche chiacchierare del più e del meno.


Fate solo attenzione a non sovrapporli intanto che li preparate, altrimenti si attaccano gli uni agli altri.

Una volta pronti si mettono a cuocere in acqua bollente salata, come una pasta fresca normale, la cottura dipende un po' da quanto li avete fatti grandi, diciamo che varia dai cinque ai dieci minuti, assaggiateli così non vi sbagliate.
Si condiscono con normale sugo di pomodoro e basilico, a cui si aggiungono fagioli borlotti durante la cottura.
Come sempre in ogni casa c'è una versione diversa di ogni piatto, alcuni addirittura fanno più o meno la stessa quantità di pasta e di fagioli, in casa mia c'è molta più pasta che fagioli.
Altri fanno questo piatto in versione molto brodosa, da mangiare con il cucchiaio, quindi un sacco di condimento e forse anche un po' di acqua di cottura.
Da noi si fanno asciutti, e si mangiano con la forchetta.



Le foto... non sono una meraviglia, perchè fotografare con una mano sola non è la cosa più semplice del mondo, e dato che ero da sola a raccontarmi la storia della farina non potevo fare altrimenti.


sabato 20 novembre 2010

Stitching

Un giorno, girovagando per la rete, ho trovato questo:


Il mio Jack!
Uguale uguale, marrone del colore che non piaceva a nessuno ma a me sì, le orecchione pendule...
Insomma, HO DOVUTO FARLO!

Io con il punto erba sono un po' una frana, non mi viene bello regolare come dovrebbe, ma insomma, il risultato si capisce, no?


Più da vicino...



Ancora un pochino...


E' stata la prima volta per me di un esperimento di stitchery, adesso si chiama così e a quanto pare è di moda, mia mamma l'ha fatto per una vita, e adesso che è di moda non lo fa più, sempre controcorrente, ma da chi avrò preso?

E' stata la prima volta anche per l'assemblaggio con la stoffa, quando faccio il patchwork cucio i pezzi con la carta, con il sistema inglese, a mano, quindi è preciso, ma senza carta... Insomma, si vede che non è perfetto, ma mi piace lo stesso. Il soggetto ritratto si dichiara soddisfatto, per cui siamo tutti contenti!

Ciao, buon week end!

Heidi

mercoledì 17 novembre 2010

Un po' di torta?

Queste giornate sono state tristi, pioggia, pioggia, e pioggia!
Quando le giornate sono così buie, uscire è davvero poco piacevole, io cerco di farlo solo il minimo indispensabile, e non vedo l'ora di tornarmene a casa all'asciutto.
E una volta tornata a casa cosa c'è di più piacevole di un bel caffè e di una fetta di torta di mele?
Il mio caffè non è un caffè normale, ma il famoso Nespresso, quello di George Clooney per intenderci...



Questa è la macchina, ROSSA! Me l'hanno regalata mia mamma, mia sorella e mio fratello per il mio compleanno, l'estate scorsa, e io che mi facevo il caffè sì e no una volta alla settimana, adesso lo faccio tutti i giorni, a volte normale, a volte decaffeinato, dipende dall'umore del giorno...
Bel regalone, vero?


E con il caffè ci vuole anche una bella fetta di torta, per poter affrontare la giornata!






Se la torta è di mele ancora meglio!

Tanto per la cronaca, pensavo che insieme alla macchina per il Nespresso ci fosse in dotazione "What else?" anche George, giusto un'oretta per farmi vedere come funziona la macchina, prendere un caffè insieme e fare due chiacchiere, e invece no, ho dovuto studiarmela da sola! E questo, caro Signor Nespresso, nel caso mi leggesse, non è mica bello!
Nemmeno John Malkovich mi hanno mandato! Che certo è un bravissimo attore, e probabilmente molto simpatico, ma come presenza... insomma, meglio George, dai!

venerdì 12 novembre 2010

Cornetti di sfoglia


Oggi ho aperto il frigorifero, e ho scoperto di avere non solo uno, ma ben due rotoli di pasta sfoglia in scadenza, e nemmeno mi ricordo perchè li avevo comprati...
Non so se queste cose succedono a tutti o solo a me!
Non sapevo cosa farne, ho aperto un libro di dolci a caso, e ho trovato una ricetta di biscottini fatti con la pasta frolla, con la forma dei cornetti brioche, quindi ho deciso che con la sfoglia andavano benissimo, anzi ancora meglio secondo i miei gusti, e allora ci ho provato.

E' la cosa più facile del mondo, si srotola la sfoglia, con una rotella tagliapasta si divide in otto spicchi, ottenendo dei triangoli.
Si mette un cucchiaino di marmellata sulla base del triangolo e lo si arrotola, poi lo si incurva per fare la forma a lunetta.
Si mettono le lunette sulla teglia del forno con la carta sotto, si bagnano con un pochino di latte e si cospargono di granella di zucchero.
Poi il tutto va in forno a 150° ventilato, circa 15 minuti, o almeno finchè non diventano dorati.
Tutto qui. Pochissimo lavoro, ma sono proprio buoni!
Credo che la prossima volta la sfoglia la comprerò apposta per rifarli!


















martedì 9 novembre 2010

Jack


Buongiorno a tutte, anzi, buonasera, vista l'ora.

Prima di tutto, devo assolutamente ringraziare Sonia, che ha parlato di me QUI, e mi ha portato nuove amiche: Sonia, spero di essere all'altezza delle tue aspettative!

Scusatemi se non ho scritto prima, ma in questi giorni qui da me c'è stato un po' di caos, adesso spero di avere un pochino di tempo per scrivere qui in pace.
Vorrei raccontarvi del mio cagnolino Jack, in tante mi avete chiesto di lui dopo avere letto le sue prodezze all'Ikea.
Dunque, è una storia un po' lunga, vi avverto.
Il Jack è arrivato da me un sera di maggio del 2008. E' stato un caso che sia arrivato a casa mia, io avevo portato il gatto Billy dalla veterinaria, non pensavo al cane, benché lo desiderassi tantissimo, perchè ho sempre lavorato fuori casa, ad un ora di macchina circa, quindi mi era impossibile tornare a casa a metà giornata per la passeggiata igienica di un eventuale cane.
Dicevo, ero dalla veterinaria, mentre facevano l'ecografia al Billy le due dottoresse parlavano tra di loro a proposito di una signora che loro frequentano abitualmente, e che da quando è a casa in pensione ha dedicato la sua vita a cercare di salvare quanti più cani possibile dagli allevamenti che li vogliono eliminare.
Io non credevo alle mie orecchie, sapevo dei drammi dei cani portati dall'est Europa, ma mai avrei creduto possibile che in Italia si eliminassero dei cani, e negli allevamenti poi!
Mi hanno detto che era una pratica comune, anzi, al momento la signora cercava di salvare un bracco italiano e due beagle. “Ma davvero eliminano anche i beagle?”. Ero inorridita.
Il beagle è sempre stato il cane preferito di mio marito, quindi appena arrivata a casa con il gatto ho chiamato mio marito, e gli ho raccontato la storia, dicendogli “dai, poverini, sono da salvare!”.... (N.d.A: probabilmente, se non fosse stato il suo cane preferito, oggi non avrei avuto il cane).
L'altro problema, quello del lavoro, l'hanno risolto direttamente quelli della mia ditta, che ci hanno lasciato a casa quasi tutti, grazie e arrivederci. Anzi, senza grazie, pensandoci bene. E neanche arrivederci, fuori dai piedi e via, Raus! Siete obsoleti! Peggio per loro, adesso sono anche falliti, e ben gli sta. Ma questa è un'altra storia.
Con mio marito abbiamo pensato molto a cosa fare, prendere un cane voleva dire rinunciare ad un lavoro per me, anche perchè trovarlo alla mia età è già un'impresa, trovarlo vicino a casa è quasi fantascienza.
Per cui presa la decisione, io nel frattempo ero andata in montagna, mio marito è andato a prendere il Jack.
E' arrivato una sera che pioveva, e quando l'ho visto ho capito perchè nessuno lo voleva: è nero e marrone, manca di bianco, ne ha solo un po' sul petto, non è il beagle delle fotografie, quindi chi andava per prendere un cagnolino non lo voleva.
E' rimasto in gabbia per sei mesi, lui e la sorellina, senza la mamma (infatti non hanno imparato la buona educazione canina), senza vedere l'uomo, tranne un vecchietto che andava a dar loro da mangiare.
Risultato: cani disadattati, terrorizzati dalle persone. Quando andiamo in giro il Jack tira SEMPRE come un disperato, senza sapere dove andare, cerca solo di scappare. Se incrociamo qualcuno cerca sempre di nascondersi dietro di me, mi ha anche già tirata per terra, qualche volta. La sua sorellina invece attacca.
Però, quando l'ho visto, con quegli occhioni tristi e un po' sperduti, che si chiedeva cosa ci faceva lui in montagna e chi ero io, ormai mi aveva già conquistata.
Poi, dopo un paio d'ore ha deciso che io come mamma gli andavo bene, e da allora è la mia ombra.
Non è stato facile, e ancora dopo due anni e mezzo non lo è.
Mi segue dovunque io vada, non rimane assolutamente a casa da solo perchè grida e ulula che è una cosa impossibile, esce tutto il condominio a vedere cosa succede, non posso andare più da nessuna parte, e non chiedo di andare in giro per il mondo, ma nemmeno a buttare la pattumiera, o dal dentista, o a fare la spesa qui sotto casa. Niente.
Ma io gli chiedo: “Fuori di casa non ci vuoi stare, almeno stai a casa da solo, neanche, insomma, è come se fossi ai domiciliari senza avere fatto niente di male!”
Lui mi guarda, mi scodinzola felice, perchè in casa è tranquillissimo.
Ogni tanto ci si prova ad andare da qualche parte, ma è una sofferenza per lui e per noi, dieci minuti di guinzaglio con il Jack sfiancherebbero chiunque.
Anche mio fratello, che è un omone, ed era abituato al pastore tedesco, fa una fatica del diavolo e si chiede come io faccia.
Abbiamo visto veterinari comportamentalisti, educatori, ha preso prozac, xanax, medicine da cani e da umani, collari con le endorfine, niente da fare.
Lui è così.
Mi hanno anche detto che mi rovino la vita, ma come posso pensare di abbandonarlo?
E' il mio bambino, disperato e disastrato, non è abile e arruolato per la vita, non ce la potrebbe mai fare.
Non si sa nemmeno difendere dagli altri cani, che evidentemente sentono che lui è un tontolone e di solito lo aggrediscono, e lui sta lì, fermo, paralizzato, a chiedersi perchè gli saltano addosso mentre lui ama tutti gli altri cani e vorrebbe solo annusarli e magari giocare.
Sono davvero pochi quelli che gli si avvicinano con buone intenzioni, quindi devo difenderlo anche per questo, una volta lo portavo al parco giochi dei cani, poi ho smesso perchè veniva sempre aggredito, e i padroni stronzi nemmeno richiamavano i loro cani.
Adesso andiamo in giro solo qui nei paraggi, dove più o meno ha dei punti di riferimento, cercando strade poco frequentate. Ha una decina di umani in tutto che riconosce e che gli piacciono, il resto sono nemici da cui scappare.
E pensare che quando dovevo ancora prenderlo con me, facevo una lista dei nomi che mi piacevano, e tra quelli c'era Leòn. Pensate che figura!
Meno male che ho scelto Jack, ma solo perchè è corto.
Se vi state chiedendo che fine ha fatto la sua sorellina, per fortuna la signora che salva i cani è riuscita tramite la nostra veterinaria a salvare anche lei (altrimenti l'avrei presa io), e anche la sua mamma, che veniva eliminata anche lei perchè scura, e quindi trasmetteva ai cuccioli il mantello nero.
Adesso abitano tutti e tre qui in zona, e non si riconoscono se si incontrano.
Ma almeno loro non lo aggrediscono.
Ecco, vi ho scritto la storia del mio Jack, lo so che è stata lunga. Grazie per essere arrivate fino alla fine.
Lui è qui nella cuccia vicino a me, che vi saluta, ma da lontano!

venerdì 5 novembre 2010

novembre

E intanto siamo già arrivati a novembre!
Il mio mese preferito, tanto per la cronaca.
Come ho già detto in precedenza, sono in tanti a pensare che io sia strana per questa mia preferenza, ma per me novembre è bellissimo. Non fa ancora quel freddo gelido invernale, i colori sono stupendi, si sta volentieri sia in casa al caldo ma anche fuori, ogni giorno ci sono mutamenti negli alberi che si spogliano, le foglie per terra sono così belle e colorate che mi dispiace quando le raccolgono.

E poi con il fresco si mangiano le cose più buone, d'estate non ci si pensa nemmeno a stare in cucina con il caldo che fa, adesso accendere il forno è quasi un piacere, fa giusto quel pochino di caldo in più che mi piace.

Novembre è il mese in cui cominciano le nebbioline, certo qui da me in città ormai è solo foschia, e chi deve guidare nella nebbia in cui non ci si vede a dieci centimetri non sarà certo della mia idea, ma dal punto di vista “poetico” la nebbia cancella parzialmente la visuale, rende tutto più sfumato e più bello.

A novembre mi sono sposata, l'ho scelto io, mi hanno guardato come a dire “ma sei matta?”, non importa, l'importante era che piacesse a me. E anche a mio marito, ovvio, ma lui di solito mi dice sempre “basta che tu sia contenta”, devo dire che almeno in questo è bravo.:-D
Pensate, nessun problema nemmeno a prenotare il ristorante per il pranzo di nozze, quando siamo andati la prima volta e abbiamo chiesto informazioni avevano già messo le mani avanti, Nooo, siamo già prenotati fino all'anno prossimo! Quand'è? - A novembre... - Ah, beh, allora c'è tutto il posto che volete.

Questo era il mio bouquet!


A novembre ci si avvicina a Natale!
Anche se io non sono per niente religiosa, il Natale con tutte le sue decorazioni mi piace da matti, io terrei fuori l'albero di Natale per almeno tre mesi, mi fa allegria!
Di solito a novembre comincio a pensare a qualche pasticcio di genere craft da fare per Natale, a volte riesco a fare qualcosa, a volte no, ma di solito ci provo.
Quest'anno sono in alto mare, non ho ancora pensato a cosa fare, ma quest'anno ho davvero prodotto poco, in generale.

Da quando poi ho il mio blog vado in giro a vedere quelli delle altre ragazze, li trovo tutti bellissimi, vorrei che anche il mio fosse come il loro, e più ne guardo più ne guarderei, passo ore in giro in internet, e questo ovviamente significa produrre sempre meno.
Non sospettavo nemmeno che ci fossero così tanti blog, un tempo ne vedevo qualcuno e poi mi fermavo lì, adesso ho scoperto un mondo nuovo...

Basta, ho scritto un romanzo oggi...
Ciao, alla prossima!


Nota: tutte le foto sono state prese da internet, tranne quella del mio bouquet.

martedì 2 novembre 2010

Ikeite


In attesa di decidermi ad andare finalmente da un ottico a farmi fare un paio di occhiali, dato che non vedo più niente e quindi non produco, e complice il post di Eva che mostrava alcune cose carine che ha comprato all'Ikea, ho pensato di raccontarvi la mia avventura all'Ikea di tre settimane fa.
Io sono affetta dalla cosiddetta ikeite, cioè quella malattia che ti fa desiderare e comprare di tutto e di più una volta entrati all'Ikea, devi prendere qualcosa, non puoi uscire senza acquisti, almeno le candeline, quelle che le persone acculturate chiamano tea-light le devi prendere.
Ecco, io questa ikeite ce l'ho.
Erano mesi che agognavo, che bramavo un giro all'Ikea, e finalmente ho scoperto che adesso ci si può andare con il cane.
Prima l'ingresso era proibito, quindi vietato per lui = vietato anche per me. E purtroppo il divieto vale per il 95% dei negozi, e non parlo di alimentari e supermercati dove la cosa è giustissima, ma di qualsiasi negozio.
Il mio cane, come vi racconterò in altri post, è uno sciagurato che non mi lascia andare da nessuna parte, non lo si può lasciare a casa da solo o comincia a strillare e a ululare (è un beagle, quindi più che abbaiare ulula). Per la pace del condominio non lo lascio mai da solo così evito discussioni.
Quindi, dopo mesi di reclusione solo io e lui, lui e io, scopro che il paradiso Ikea è finalmente accessibile ai quattrozampe. Evviva!
Io, la mamma e il cane partiamo. Entriamo, la signorina all'ingresso ci blocca subito, il cane è senza museruola, non può entrare. Io la museruola l'ho dimenticata e lei giustamente deve fare il suo lavoro. Non serve dire che è buonissimo, solo un gran fifone che ha paura di tutto e non farebbe male ad una mosca. Se non ha la museruola deve salire su una specie di carrello alto, tipo quelli che usano nelle serre, o garden center come è più elegante dire oggi.
Lo metto su, lo lego, “il guinzaglio deve essere corto!” mi dice la signorina Ikea, certo penso io, altrimenti questo salta giù.
Cominciamo il giro, il fifone terrorizzato non sta seduto un secondo, ogni giunzione del pavimento lo spaventa da morire, guai se mi sposto dal carrello, guai se la mamma si sposta dal carrello, cammino spingendo il carrello abbracciata al cane per tenerlo fermo, ma chi ce l'ha fatto fare mi dico.
Dopo mezzo giro della parte superiore del magazzino vedo le sedie per computer, quello che mi serve, ma non mi posso spostare, ci sono le giunzioni sul pavimento, ci mando la mamma, le indico quella che mi piace, le dico vai a vederla e prova a sederti così poi mi dici.
Non ha fatto quattro metri, il cane inizia a strillare come se lo stessero squartando, urla tremende di dolore: gli si è incastrata la zampa nel carrello. Io cerco di tenerlo fermo perchè lui cerca di saltare giù, e questo vorrebbe dire rompersi la zampa, lui urla come un matto per il male, la mamma corre, grida la zampa! la zampa! Tutta l'Ikea corre lì a guardarci, il cane urlante dal male mi morsica un orecchio perchè cerco di tenerlo fermo, finalmente la mamma riesce ad abbassare la zampa e a disincastrare il tutto. Il mostro finalmente tace. Lo tiro giù dal carrello mangiazampe, ha fatto la pipì dalla paura, per fortuna sul pavimento non sulla moquette, io sanguino dall'orecchio, non pensavo potesse uscire così tanto sangue proprio da lì.
In più, una vergogna da non dire, io e mia mamma siamo persone riservate che cercano sempre di non farsi notare e di non dare fastidio, e ci siamo trovate in mezzo all'arena, tutti ci guardavano, avremmo voluto sprofondare!
Due ragazze dell'Ikea, carinissime, ci hanno dato due sedie perchè tremavamo come foglie ed eravamo talmente bianche da sembrare verdi, un altra ragazza è corsa a prenderci dell'acqua per farci passare lo spavento, mi hanno portato anche cotone e disinfettante per l'orecchio.
Il piccolo mostro spaventato cerca di nascondersi dietro di me, cosa che d'altronde ha sempre fatto fin dal giorno in cui l'ho preso, dato che ha paura di tutti gli esseri umani.
Le ragazze ci rincuorano, ci raccontano che tutte e due hanno il cane e quindi ci capiscono, poi ci lasciano perchè devono tornare al loro lavoro.
Non c'è modo di uscire da lì se non finendo il giro, ma stavolta andiamo a piedi, senza carrello.
Il mostrillo cammina bene, la zampa è a posto, il mio orecchio fa un male del diavolo, per più di una settimana non ho potuto toccarlo.
Il cane non da più problemi adesso che è per terra e cammina sulle sue zampe.
Facciamo il nostro giro, ma lo spirito e l'ikeite sono spariti.
Però ho comprato le candeline!

lunedì 1 novembre 2010

Aiuto!

Prima di iniziare un nuovo post, vorrei chiedervi un favore.
Ho mandato una risposta a tutte quelle che mi hanno lasciato un messaggio nei post precedenti, l'avete ricevuta?
Ho paura di avere fatto un pasticcio con la posta, e non vorrei mai fare la figura della maleducata...
In più la connessione ad internet non è ottimale, in questi giorni funziona al cinquanta per cento, spero che non mi abbia perso i messaggi in giro, se qualcuna di voi mi risponde che non ha ricevuto rimanderò i messaggi a tutte.
Grazie mille per l'aiuto!!!